Rimborsi Mod. 730, cosa sta succedendo?

La sciagura del Covid 19 in Italia ha causato dei danni che sono rappresentati da numeri terribili. Ci sono stati oltre 35.000 morti, 250.000 contagiati, devastanti effetti per l’economia con circa 600.000 posti di lavoro persi, un PIL sceso in un anno del 13% e un debito pubblico che alla fine del 2020 si assesterà probabilmente al 160% del Prodotto Interno Lordo.

Tra tutti questi disastri ce n’è uno forse meno drammatico ma che sta pesando enormemente sulle tasche già martoriate degli italiani e di cui molti se ne stanno rendendo conto solamente ora.

Il governo, a causa del Covid 19, per venire incontro alla drammatica situazione in cui si sono trovati gli italiani a causa del lockdown: attività commerciali chiuse, moltissimi uffici pubblici chiusi o con orari ridottissimi, ha allungato i termini per la presentazione della dichiarazione dei redditi di oltre due mesi spostando la scadenza che normalmente era fissata al 23 luglio di ogni anno e dando la possibilità a tutti di presentarla fino alla data del 30 settembre 2020.

Tutto bene direte voi.

Non proprio.

Perché questo allungamento dei termini ha fatto si che gli italiani che normalmente in maniera molto tempestiva si rivolgono ai vari CAF per la presentazione della dichiarazione dei redditi stavolta, giustamente, hanno preso tempo.

E anche i CAF per evitare di dover lavorare in uno strettissimo lasso di tempo stavolta hanno dato appuntamenti anche nel mese di luglio, agosto o addirittura in settembre. Questo perché attraverso i CAF ancora oggi in Italia vengono presentate circa l’85% delle dichiarazioni.

Le persone si rivolgono a loro perché si sentono più sicure. Hanno paura di sbagliare e si affidano solo in piccola parte alla dichiarazione fatta personalmente usufruendo della cosiddetta precompilata in essere già da un paio di anni sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

E qui permettetemi di dire due parole del posto di lavoro dove ho lavorato per oltre 40 anni. L’Agenzia delle Entrate deve essere un punto di riferimento per il cittadino, deve essere presente in caso di dubbi, problemi, deve accompagnare l’utente nell’esercizio del pagamento delle tasse.

Non è possibile che se si sbaglia di cliccare in un punto la dichiarazione on line questa risulta errata e bisogna rifarla, non è possibile che quando arriva a casa una lettera dell’agenzia delle Entrate si debba aprirla temendo un infarto. Gli errori formali devono essere sanati on line immediatamente o per telefono e solo la volontà di evadere deve essere sanzionata con durezza.

Se lo stato facesse così aumenterebbe inoltre notevolmente il numero delle dichiarazioni precompilate, si rivolgerebbero ai CAF molte meno persone (risparmiando qualcosina) e lo Stato a sua volta avrebbe un risparmio (infatti lo Stato paga per ogni 730 presentato da CAF e professionisti). Intendiamoci i CAF e i professionisti svolgono un lavoro essenziale ma anche loro, talvolta, potrebbero essere in parte sgravati da un lavoro molto pesante.

Ma torniamo a noi. Moltissimi lavoratori dipendenti e pensionati confidano del rimborso del mod. 730 per pagare tante cose. Possono dedurre interessi sul mutuo, spese mediche, ristrutturazioni edilizie, spese scolastiche per i figli e il rimborso che arrivava in estate era un toccasana per pagare qualcosa che era rimasto in sospeso o semplicemente quel rimborso era adoperato per farsi finalmente qualche giorno di meritata vacanza.

Quest’anno questo non si verificherà e a lavoratori dipendenti e pensionati questa situazione sta pesando molto. I dipendenti percepiranno il rimborso in agosto, settembre, ottobre e i pensionati il 1° settembre, il 1° ottobre o addirittura il 1° novembre!!

Si dirà beh, ma uno o due mesi dopo tutto cosa cambia, alla fine il rimborso si percepirà ugualmente. Non è proprio così perché le persone si erano ormai abituate nella loro testa a quelle scadenze per potersi organizzare la propria vita e poter pertanto avere quei soldi che a loro spettano.

di Mauro Marino
Nato a Peschiera del Garda. Pensionato dal 1 luglio 2020 con quota 100. Per 40 anni all’Agenzia delle Entrate di Trieste. Appassionato di economia e pensioni