Quattro galline di Jackie Polzin

a cura di Roberto Fiorini


Un romanzo meravigliosamente scritto, pieno di sfumature, umorismo e stranezza, il cui narratore senza nome vive nel quartiere Camden di Minneapolis ed è sposato con un economista.
Si prende cura e si preoccupa per le sue galline – Gam Gam, Testanera, Gloria e Miss Hennepin County – che vivono in una casa delle bambole riadattata a pollaio sul retro di casa.
E mentre si prende cura, contempla.
Le galline si rivelano come l’unico punto di vista dal quale capire qualcosa di sé stessi.
Nell’occhio della gallina è custodita la verità del mondo.
La gallina non pensa, sa.

Quattro galline di Jackie Polzin pubblicato in Italia da Einaudi editore con la traduzione di Letizia Sacchini, è un romanzo commovente e spiritoso, lieve e struggente, un libro sull’assenza, sulla nostra continua lotta contro la solitudine, sulla difficoltà di comunicare.
C’è un mondo intero e pieno di emozioni, nel piccolo pollaio immaginato da Jackie Polzin.
In inglese è stato pubblicato con il titolo Brood, un titolo perfetto, una parola che può essere una cosa o un’azione, può riferirsi a persone o singole galline o più galline o bambini.
Il lettore legge il titolo più e più volte, per scoprire tutti i significati che nasconde.

Jackie Polzin scrive magnificamente.
Scrive magnificamente di tutto: del suono della neve che si scioglie alla fine di un inverno del Minnesota oppure di un contenitore dimenticato di sorbetto arancione glassato.
Ad ogni pagina è un piacere ed una sorpresa vedere che cosa riesce a vedere la Polzin tra le sue galline.
E’ attraverso la cura per le galline che i lettori conoscono la casa dei proprietari, i loro desideri e quello spazio bianco di una gravidanza finita male.

Un bellissimo libro bizzarro.
Le galline non sono custodi dell’antica saggezza del mondo.
Quattro galline parla di cura, del bisogno di essere amati e di amare e di ciò che lasceremo nel mondo.
La protagonista narrante non ha nome perché la mancata maternità le ha tolto l’identità, l’ha resa diversa da sua madre:; suo marito Percy ha invece rimosso quel dolore, quella sofferenza, lasciando un vuoto proprio in corrispondenza del giorno in cui tutto è avvenuto.
Il quartiere dove vivono – nella casa dove Percy viveva con la sua prima compagna – è diventato un posto dove nessuno vuole abitare, dove la droga viene consegnata in sacchetti del fast food, i treni, che prima passavano due volte al giorno, ora transitano rumorosamente e costantemente, portando merci e chissà che altro.
Il romanzo non è però interessato al tempo, argomento tacito di molti scrittori, se non della maggior parte dei romanzi.
Alcuni degli episodi del libro sono scritti al presente e altri al passato, ma non sono riuscito a contestualizzare perché una sezione inizi “Ieri” e si verifichi nel passato mentre un’altra parla di “oggi” e si verifica nel presente.

Quattro galline si occupa dell’osservazione.
La storia sarà significativa per molti lettori per molte ragioni.
È socievole, accogliente, intelligente ed empatico.
Per gran parte del libro, la narratrice è sola, anche se ha una madre eccentrica, una buona amica e occasionalmente visita i vicini.
Nessuno di questi personaggi però in fondo esiste, il che rende il nostro tempo con lei ancora più intimo.
Percepiamo di essere le uniche persone che la capiscono davvero, e lei premia la nostra comprensione.
Questo è uno dei piaceri maggiori di leggere romanzi in prima persona ben scritti.
Ci sono aneddoti che illustrano la vita ma non hanno alcun effetto sugli eventi.

Viviamo in un’epoca di narrativa accurata.
Poco realismo ma tanta accuratezza.
Non voglio suggerire nulla sull’autore e sull’ispirazione del libro, soltanto porre l’attenzione su righe che raccontano il quotidiano in modo eccezionalmente realistico.
Come lettore, mi capita spesso di non premiare particolarmente l’accuratezza in sé e per sé.
Spesso preferisco leggere di disastri piuttosto che di disagio.
Mi piace quando i personaggi lottano all’interno delle pagine.
E non vorrei che Quattro galline fosse un libro migliore perché è un libro meraviglioso, davvero già così.