Pino Cabras: “Non è stata europeizzata l’Ucraina, è stata ucrainizzata l’Europa”

di Stefano Pezzola

Perché è grave, questa strana visita notturna al giornalista Giorgio Bianchi, una delle personalità che con più impegno e argomenti vuole sottrarci alla narrazione bellicista dominante?
I fatti. Le forze dell’ordine la notte del 15 ottobre si sentono in dovere di interrompere addirittura il suo sonno alle tre di notte in un albergo di Gioia Tauro.
Cos’è tutta questa fretta?
E’ per salvare vite urgentemente?
Per cogliere un flagrante reato onirico?
No, gli rompono le scatole per chiedergli genericamente delle “informazioni”.
Non possono attendere, che so, le sette del mattino?
A Gioia Tauro non è la prima volta che il comportamento di certi funzionari si fa strano, come quando avevano visitato la sede di Visione TV per rivolgere a Francesco Toscano domande per le quali bastava consultare i database Cerved.
Era una specie di “territorial pissing”: stai invadendo il nostro campo e vogliamo farti sentire il nostro odore atlantico.
Questi metodi sono ormai un volo d’avvoltoi che si stringe concentricamente.
Sono metodi che rivelano un’infezione che sta diffondendosi nello spazio pubblico europeo. Nel 2016 un dirigente di un partito polacco che contestava un imminente vertice NATO, Mateusz Piskorski, venne arrestato e tenuto in prigione fino al 2019 senza un processo, a lungo senza poter leggere una carta, accusato di chissà che accordi con potenze straniere, e rilasciato su cauzione.
Prima ancora, nel dicembre 2014, il giornalista Giulietto Chiesa venne fermato in Estonia giusto il tempo di impedirgli di tenere una conferenza sgradita al governo di Tallinn.
In mezzo, e da anni, si moltiplicano le liste di proscrizione: in Polonia, nei paesi baltici e in Ucraina queste liste si sono via via trasformate in persecuzioni.
Alla latitudine di Kiev in esecuzioni sommarie di voci sgradite, nel silenzio dei nostri media.
L’infezione non si è fermata a Est.
Nel cuore nero del nuovo atlantismo intollerante è avvenuta una mutazione profonda che ha infettato anche il resto dell’atlantismo.
Non è stata europeizzata l’Ucraina.
E’ stata ucrainizzata l’Europa, dove le libertà cedono il passo ad azioni e concetti prima quasi impensabili.
Un Gramellini che esalta un nazista dell’Azov può così dominare indisturbato i salotti televisivi tutti appaltati al circo dei guerrafondai.
Un Bianchi che milita per aggiungere facce nascoste al prisma della verità viene invece trattato con le carinerie poliziottesche riservate a un attivista dell’Alabama nel 1960.
Capite che tutto questo è grave?
Che tutto questo è inaccettabile?
Che tutto avviene in un’epoca in cui la politica occidentale non batte ciglio di fronte alla vicenda che più di tutte riassume la corsa a estinguere le libertà, ossia la prigionia e la tortura di Julian Assange?
Massima solidarietà a Giorgio Bianchi. Massimo sostegno alla sua più piena libertà di espressione.
Pino Cabras