Covid-19: è tutta colpa di…..

di Stefano Pezzola

Manzoni non l’aveva vista, la peste, ma aveva studiato molto su documenti e carteggi.

E allora descrive la follia, la psicosi e le teorie assurde sulla sua origine e sui rimedi.

Descrive la scena di uno straniero, un “turista” a Milano, che tocca un muro del Duomo e viene linciato dalla folla perché accusato di spargere la peste.

Ma c’è una cosa che Manzoni descrive molto bene e che riprende da Boccaccio: il momento di prova e di discrimine, tra umanità e inumanità.

Boccaccio sì che l’aveva vista invece la peste!

Aveva visto amici, persone amate, parenti, anche suo padre, morire.

E Boccaccio ci spiega che l’effetto più terribile della peste è la distruzione del vivere civile.

Perché il vicino inizia a odiare il vicino, il fratello inizia a odiare il fratello, e persino i figli abbandonano i genitori.

La peste metteva gli uomini l’uno contro l’altro un po’ come il Covid oggi.

Lui risponde con il Decameron, il più grande inno alla vita e alla buona civiltà.

Manzoni risponde con la fede e la cultura, che non evitano i guai ma, diceva, ma insegnano come affrontarli.

In generale, entrambi giungono alla stessa risposta, invitando ad essere uomini, a restare umani, quando il mondo impazzisce.

Il governo italiano invece risponde continuando a fare la conta di quanti sono ancora i non vaccinati, predisponendo camper vaccinali accanto alle scuole elementari e medie e calpestando i diritti inviolabili delle persone in nome di una responsabilità collettiva alla salute pubblica che a questo punto ha il sapore di una vera e propria presa in giro.

Da Israele – il più grande laboratorio sperimentale vaccinale del mondo – arrivano numeri che stanno spingendo molti paese europei – finalmente – a cambiare strategia.

https://www.adnkronos.com/covid-israele-oggi-nuovo-record-di-contagi-quasi-44000-in-un-giorno_3H5gedd0a4fyEKSmQ8Cdkd?refresh_ce

La variante Omicron continua ad imperversare in tutto il Paese dove viene raggiunto nuovo record di contagi: quasi 44.000 in un giorno.

Sono 781 i pazienti Covid ricoverati in ospedale, 254 con sintomi gravi.

Ieri, riporta Ynet, sono state ricoverate 72 persone in condizioni serie, il dato più alto da fine settembre.

Israele segnala un totale di 8.274 decessi per complicanze, tre in più rispetto al precedente bollettino.

Nel Paese, stando ai dati riportati dal Jerusalem Post, circa 425.000 over 60 hanno ricevuto anche la quarta dose del vaccino anti-Covid.

L’indice R è a 2.02 e i casi attivi sono 223.000.

La conferma dell’assoluta inutilità di vincolare la libertà dei cittadini a strumenti come il Green pass o Super Green Pass.

Ed i quotidiani nazionali italiani come titolano la notizia?

Covid, la lezione di Israele (che registra un record di casi): ripartire dai bambini per fermare i contagi”.

Il Paese all’avanguardia sulle scelte contro il virus ha ora dati in controtendenza.

Ecco quale insegnamento può trarne l’Italia” affermano i giornalisti di casa nostra.

E di chi è la responsabilità quindi di questa nuova esplosione dei contagi Israele secondo i giornali nazionali italiani?

Degli ultraortodossi innanzitutto (circa il 12% della popolazione israeliana) che sono convintamente contrari non solo al vaccino, ma persino al rispetto delle principali regole di prudenza.

Un fenomeno, quello delle resistenze religiose alla vaccinazione, di cui in occidente non si ama parlare, ma che ha compromesso gravemente la vaccinazione nei Paesi europei dell’est e in parte pure in quelli dell’ovest, ora per il peso della Chiesa ortodossa (come in Grecia), ora semplicemente per le diffidenze di una parte del mondo cattolico, specie nelle campagne e fra i fedeli tradizionalisti”.

E dei bambini e dei ragazzi, ancora in gran pare non vaccinati o non vaccinabili, che sono diventati il tallone di Achille cruciale della lotta al virus in Israele.

E se invece la responsabilità fosse in gran parte della stampa di regime?

Chiediamo scusa ai lettori per non aver assunto una posizione sufficientemente critica nei confronti del nostro governo e dei numeri che ci venivano forniti sull’emergenza Covid”.

Una frase che dalle nostre parti nessuna testata si sognerebbe mai di iscrivere, considerando il livello di totale asservimento dei principali media nei confronti della politica.

E che invece ha fatto capolino sulle pagine del giornale danese Ekstra Bladet, in un articolo firmato dal giornalista Brian Weichard che ha sostanzialmente recitato il mea culpa pubblicamente.

Ricevendo il plauso immediato di tanti utenti sui social.

Una stampa italiana attenta in maniera ipnotica ai dati forniti quotidianamente dalle autorità su morti e contagi legati al Covid che ha finito – e finisce tutt’oggi in modo colpevolmente doloso – per farsi totalmente assorbire dalla lettura dei numeri che vengono pubblicati dal governo e dalle Aziende Sanitarie, trascurando qualsiasi senso critico, quello che pure dovrebbe muovere la professione del giornalista.

Guerrieri della Luce all’incontrario!

Giornalisti impegnati nella realizzazione del proprio ego, che sentono l’esigenza di perseguire il proprio scopo di carriera e visibilità televisiva, asservendo il proprio lavoro alla narrazione dominante in tutto e per tutto.

Giullari di corte che si guadagnano da vivere facendo divertire e compiacendo il governante di turno, amplificando i comunicati stampa provenienti dalla politica ed i dati giornalieri dell’era pandemica, e demonizzando ogni notizia che possa uscire dalla narrazione di regime.

Giornalisti incapaci di chiedere scusa ai lettori, in ragione di notizie poi rilevatesi palesemente false ed artefatte, che tutto fanno meno che attenersi ad un servizio di vigilanza efficace sulla politica.

Non ci siamo sforzati abbastanza nel chiedere al governo di fare chiarezza su quali decessi fossero realmente legati al Covid e quali no – ha spiegato il giornalista danese– con il risultato che i numeri forniti dall’esecutivo si sono rivelati sui morti a causa del virus si sono rivelati 27 volte superiori a quelli reali. Gonfiati, inserendo nel conteggio ogni persona positiva anche se non deceduta a causa del virus, senza che noi giornalisti ce ne preoccupassimo”.

Anche i giornalisti italiani – non tutti sia chiaro – avrebbero dovuto verificare ed analizzare i veri dati della pandemia negli ultimi due anni, così da inquadrare nella maniera corretta l’emergenza e capirne la reale portata.

Non l’hanno altresì coscientemente e consapevolmente fatto rendendosi complici del pessimo spettacolo della nostra politica!

Il pessimo spettacolo della politica che si alimenta di televirologi e slogan.

La megalomania di una politica il cui unico intento è assuefare i cittadini all’uso del green pass.

Tant’è che il ministro Speranza ha entusiasticamente ricordato che “questo strumento è oramai pienamente dentro le abitudini e la consuetudine dei nostri concittadini”.

Una politica che prova caparbiamente in ogni modo a far passare il messaggio che sia giusto non curare un ammalato non vaccinato.

Un principio pericoloso: oggi sono i non vaccinati, domani si potrebbe applicare lo stesso ragionamento a persone che aderiscono a una specifica corrente politica o ideologia e così via.

Peraltro è un ragionamento che non sta in piedi dal momento che il sistema sanitario si fa carico delle malattie dei fumatori, degli alcolizzati, di chi si droga, tutte patologie che si sarebbero potute evitare ma che è giusto e doveroso curare.

Recita il giuramento d’Ippocrate: “giuro di curare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno, prescindendo da etnia, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica e promuovendo l’eliminazione di ogni forma discriminazione in campo sanitario”.

Una politica, anche locale, che basa le proprie sentenze pubbliche su dati a vanvera, palesemente contraddittori per non dire artefatti.

Dati che intrinsecamente ribadiscono che i vaccinati finiscono in terapia intensiva: a questo punto mi piacerebbe capire come vengano catalogati all’accesso in Ospedale.

Vaccinato semplice, bidose e tridose?

E come vengono dosati le cure in Ospedale, in modo inversamente proporzionale al numero di dosi ricevute dal paziente?

Alcuni politici a livello nazionale hanno finalmente iniziato a fare visita nei maggiori Ospedali italiani per effettuare verifiche empiriche a campione sull’attendibilità dei dati forniti.

I numeri Covid in Italia sono “falsi”, poco altro da aggiungere.

Lo ha affermato il professor Alberto Zangrillo, prorettore dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano e direttore del Dipartimento di anestesia e terapia intensiva dell’Irccs ospedale San Raffaele.

I numeri sui quali anche i politici locali basano tutte le proprie congetture e conclusioni sono quantomeno tutti da verificare.

Vi è di più.

I non vaccinati non sottraggono risposta sanitaria a tutte le altre tipologie di patologia o di estremo bisogno sanitario.

Non sono certo stati i non vaccinati a sottrarre risposta sanitaria nell’Ospedale della nostra città bensì i tagli lineari ai budget mensili di tutti i reparti: dall’Ortopedia alla Chirurgia Vascolare, dalla Urologia alla Chirurgia Generale fino alla Radiologia Interventistica.

Tagli di oltre il 30% nel 2021 a cui si aggiungono ipotesi di ulteriori tagli già da inizio del 2022 attorno al 20%.

Che cosa significa?

Meno soldi che i reparti posso spendere per acquistare farmaci, dispositivi medici e diagnostici.

Tagli che incidono quindi sull’operatività delle sale operatorie.

Orbene, se un paziente trova difficoltà a sottoporsi ad una protesi d’anca o di ginocchio, oppure a sottoporsi ad impianti di endoprotesi o ancora di posizionamento di sling per incontinenza urinaria infine interventi al pancreas con robot, non è certo responsabilità dei non vaccinati.

Un fiume di denaro che invece viene speso per gli hub vaccinali, per il pagamento dei medici vaccinatori (non dovevano essere volontari?) e per onorare le fatture emesse da Pfizer.

Non serve quindi una particolare forma di intelligenza umana” per comprendere che ostinarsi su posizioni militanti sulla base di pochi dati, non idonei e artefatti non può che portare a conclusione sconclusionate, sbagliate o frutto semplicemente del caso.

Siamo di fronte ad una tragicomica tutta italiana.

Alla spudoratezza del negare anche l’evidenza, costruendoci attorno narrazioni funzionali al proprio progetto politico.

Potrei dirti di vivere come un leone. Come un delfino, come un aquila o come una quercia. No, ti dico invece: cerca di essere come l’erba! Cresci libero e selvaggio nel tuo giardino o altrove. L’erba vive, anche quando intorno tutto è buio. L’erba non muore quando la calpestano. L’erba cambia semplicemente forma, per un po’. Dopodiché reagisce. E si riprende. L’erba rialza ogni volta la testa e torna vivere. Più forte di prima. Sempre” scrive Henry David Thoreau.

Occorre prendere atto che le situazioni conflittuali che ci oppongono agli altri sono solo conseguenze di situazioni conflittuali presenti nella nostra anima.

E che quindi dobbiamo sforzarci di superare il nostro conflitto interiore per potersi così rivolgere ai nostri simili da persone trasformate e pacificate.

Allacciando con gli altri – vaccinati o non – relazioni nuove, trasformate.

Cominciare da se stessi: ecco l’unica cosa che conta.

Perché, nonostante i suoi proclami, il governo Draghi non è altro che il compimento di un lungo progetto dello oligarchie: una volta sedati i vari movimenti populisti il campo è stato liberato per il ritorno dei tecnocrati e dei volti della vecchia politica.

Una restaurazione perfetta, che si illude di avere sconfitto ogni possibile moto di ribellione.

Grazie a Dio non è così!