AIFA, una Scia di Scandali

  1. ● Ormai sappiamo che il perfezionismo regolatorio del fare italiano è rete di trame in cui nei vari strati per fare qualcosa, ad ogni strato vi è possibilità di drenare denaro illecito, e ritardi, fino a bloccare rami del fare statale.
● Quanto segue non è una ricerca di questi giorni, ma per motivi personali mi ci sono imbattuto negli anni scorsi, ora è il momento che tu sappia.

● E’ una sintesi di casi che arriva sino al 2020

● Seguirà articolo sulle truffe dell’Astra Zeneca, e di altre Big Pharma.
● Ti metto i testi e non solo i link, per cui vedrai tanta roba da leggere qui sotto, salta ciò che non interessa, ma è difficile dire NON MI INTERESSA, quando si parla della propria salute e dei propri denari, e dell’accesso ai farmaci, spesso salvavita.
● COME è NATA e COSA DOVREBBE FARE
con aggiunta di considerazioni personali
● L’AIFA opera in autonomia, trasparenza ed economicità, sotto la direzione e la vigilanza del Ministero della salute e del Ministero dell’economia e delle finanze.
Collabora con le Regioni, l’Istituto superiore di sanità, gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, le associazioni dei pazienti, i medici, le società scientifiche, il mondo produttivo e distributivo del settore.
Svolge tutte le attività legate al processo regolatorio relative al farmaco, dalla registrazione e autorizzazione all’immissione in commercio al controllo delle officine produttive e della qualità di fabbricazione; dalla verifica della sicurezza e appropriatezza d’uso alla negoziazione del prezzo, dall’attribuzione della fascia di rimborsabilità
L’Aifa cresce su un terreno inquinato.
Prima di lei, a fare le stesse cose era il Servizio farmaceutico dentro il ministero della          Salute che fino al 1993 è in mano al re della sanità, Duilio Poggiolini  a capo del servizio e destinatario di montagne di mazzette da parte di Big Pharma per autorizzare la vendita e stabilire i prezzi dei farmaci.
Al momento dell’arresto gli vengono sequestrati oltre 15 miliardi di vecchie lire su un conto svizzero, lingotti d’oro, gioielli, quadri, monete antiche.
Nel 2013 viene scoperto un tesoro di 26 milioni di euro nel caveau di Bankitalia.
Un anno prima la Corte di Cassazione lo obbliga a risarcire lo Stato di oltre 5 milioni di euro per il reato di corruzione.
Mah, allora truffare conviene.
● Fino al 2010 la sede Aifa era un edificio umile nella periferia di Roma, non lontano dalla metropolitana.
Poi si è trasferita in un palazzo faraonico di sette piani in via del Tritone 181, nel centro di Roma, a due passi dalla Fontana di Trevi, e guarda un po’, quasi di fronte all’ingresso di Farmindustria, l’associazione delle case farmaceutiche.
Ora l’Aifa paga un affitto di quasi 4 milioni di euro l’anno, il doppio di quello che spendeva prima.
E il numero dei dipendenti è lievitato da 250 a 402. Il bilancio del 2013 chiude con un utile di 1,6 milioni.
Riceve dallo Stato il 29% dei finanziamenti. Il direttore  nel 2014 riceve un compenso lordo di 222.107 euro l’anno.
I dirigenti sotto di lui prendono dai 96 mila ai 162 mila euro lordi.
● Le aziende fanno l’offerta e l’Aifa prende o lascia, difficilmente riesce a contrattare.
Dal 2004 il prezzo di un medicinale (rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale) è assegnato in funzione del suo valore terapeutico, e non dal valore industriale.
Il vero paradosso è che lo spreco di denaro pubblico dovuto ai costi esorbitanti di alcune molecole (come il Sofosbuvir contro l’epatite C da 50mila euro, o l’Imatinib, un antileucemico, da 24mila euro) è legale.
Ad esempio, se con un etto di bicarbonato gettato dentro un bicchiere di limonata, dimostrano che curano in modo definito un tumore, e per questo vien chiesto migliaia di euro perché la malattia è importante, la cosa è lecita.
 LA COSTITUZIONE ed il GIURAMENTO di IPPOCRATE del singolo medico
● La costituzione all’art 32 stabilisce la libertà di scelta di cura del Cittadino.
● Il giuramento fatto dai medici prima dell’inizio della propria professione prevede tra le altre cose
– di esercitare la medicina in autonomia di giudizio e responsabilità di comportamento contrastando ogni indebito condizionamento che limiti la libertà e l’indipendenza della professione;
– di perseguire con la persona assistita una relazione di cura fondata sulla fiducia e sul rispetto dei valori e dei diritti di ciascuno e su un’informazione, preliminare al consenso, comprensibile e completa;
Quindi il medico ha totale libertà di scelta della cura informando ed ottenendo dal paziente il consenso, a prescindere dal contenuto fogliettino illustrativo del farmaco. Questo è definito come uso OFF LABEL, Fuori dall’etichetta.
L’AIFA si inserisce indebitamente tra questi due caposaldi rendendo il medico succube delle proprie decisioni, e tende a limitare la libertà di entrambi, paziente e medico.
Ma i due capisaldi esistono ancora, quindi o si varia la Costituzione ed il giuramento d’Ippocrate, o si lima il potere dell’AIFA
●  ESPERIENZA PERSONALE, come l’AIFA prevarica, il rapporto medico/paziente limitando la libertà di entrambi
Per la mia patologia oncologica sono dovuto andare in Turchia a comperare un farmaco che in quel posto costa 200€, ed in Italia 1.865€, in Spagna 500€, a Città del Vaticano €470.
Già qui occorrerebbe che un Ministero intelligente intervenisse altrimenti o è colluso, o è un incapace.
Ho fatto viaggi in Turchia aiutando malati oncologici toscani, laziali e campani, cioè trasportando per loro conto il medicinale.
Persone non avvezze a viaggiare, a travalicare problemi all’estero, a contrastare con determinatezza ferma qualsiasi contestazione, e  non conoscevano bene alcuna lingua estera.
Uno di loro ha pubblicato in FB in questi giorni i referti della sua guarigione usando quel farmaco previsto dalla cura Di Bella, io ne sono stato dichiarato fuori da 6 mesi.
Perché fare il viaggio, e non chiederne la spedizione?
L’operazione dell’acquisto all’estero è legale, e la Lorenzin ha istituito un modulo da usare per l’entrata in Italia se il farmaco è troppo costoso in Italia o è non disponibile.
Ho avuto lungo cordiale  colloquio telefonico col medico responsabile alla dogana di Ciampino, che si rammaricava che, nonostante lui fosse dipendente del Ministero, doveva sottomettersi alle incursioni degli ispettori dell’Aifa che bloccavano importazioni.
Il mio farmaco deve stare ad una temperatura tra i 2 e gli 8°, se sta oltre 12 ore fuori da queste temperature è da buttare via.
Molti malati, che hanno a fatica messo insieme i soldi per l’acquisto, hanno dovuto gettare il farmaco perché l’Aifa bastava che bloccasse un giorno il pacco, ed il farmaco era da buttare.
Io portandoli al seguito con me avrei piantato una grana immediata, non avrei mollato l’osso, A QUALSIASI COSTO.
  • UNA SCIA DI SCANDALI…
Solo i principali
⚖ 2019
14.11 2019
Vietavano di prescrivere il farmaco più economico, dirigenti Aifa indagati per danno all’erario
Dirigenti e componenti pro tempore della Commissione consultiva tecnico scientifica dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, sono accusati di aver provocato un danno all’erario do 200 milioni per avere imposto limitazioni alla prescrivibilità di un farmaco più economico per curare alcune malattie oculari, costringendo il Servizio sanitario nazionale a sostenere costi maggiori.
Il tutto nell’interesse di due multinazionali farmaceutiche, Roche e Novartis.
La Guardia di Finanza ha notificato ai soggetti coinvolti un invito a dedurre per l’indagine della Corte dei Conti del Lazio.
Gli accertamenti svolti dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Roma, coordinati dal procuratore regionale della Corte dei Conti Andrea Lupi e dal vice procuratore Massimo Perin, avrebbero consentito di accertare che i farmaci ‘Avastin’ e ‘Lucentis’ avevano la stessa equivalenza terapeutica, come dimostrato da una serie di studi comparativi.
Ma nonostante questo, il primo non è stato inserito tra i prodotti rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale fino al 2014 e  sono state imposte una serie di “ingiustificate limitazioni” al suo utilizzo almeno fino al 2017, causando un aggravio di spesa per lo Stato.
Al totale di 200 milioni, dice la Gdf, si è arrivati calcolando la differenza di prezzo tra i farmaci – tra i 600 e i 730 euro per singola dose – in relazione al numero di trattamenti che sono stati effettuati con il Lucentis anziché con l’Avastin.
Sulla vendita dei due farmaci si è pronunciata in passato anche l’Autorità garante per la concorrenza ed il mercato: nel 2014 infatti l’Autority ha multato le due case farmaceutiche produttrici – Roche e Novartis – con una sanzione di oltre 180 milioni per aver creato una sorta di ‘cartello’, decidendo una differenziazione dei prodotti che in realtà era artificiosa.
“I due gruppi si sono accordati illecitamente per ostacolare la diffusione dell’uso di un farmaco molto economico, Avastin, nella cura della più diffusa patologia della vista tra gli anziani e di altre gravi malattie oculistiche, a vantaggio di un prodotto molto più costoso, Lucentis, differenziando artificiosamente i due prodotti.”
Oltre che per curare alcune malattie oculari, i farmaci in questione sono impiegati per il trattamento di varie forme tumorali, tra cui quelli del colon-retto, del polmone e del rene.
Per il Sistema Sanitario Nazionale l’intesa ha comportato un esborso aggiuntivo stimato in oltre 45 milioni di euro nel solo 2012, con possibili maggiori costi futuri fino a oltre 600 milioni di euro l’anno” scriveva l’Autority nel 2014 aggiungendo: “Le condotte delle imprese trovano la loro spiegazione economica nei rapporti tra i gruppi Roche e Novartis: Roche, infatti, ha interesse ad aumentare le vendite di Lucentis perché attraverso la sua controllata Genentech – che ha sviluppato entrambi i farmaci – ottiene su di esse rilevanti royalties da Novartis.
Quest’ultima, dal canto suo, oltre a guadagnare dall’incremento delle vendite di Lucentis, detiene una rilevante partecipazione in Roche, superiore al 30%”.
La sanzione dell’Antitrust è stata di recente confermata da una sentenza del Consiglio di Stato, che ha respinto il ricorso delle due aziende farmaceutiche condannandole anche al pagamento delle spese.
Scandalo farmaci, Aifa nel mirino
…Insomma, mai più un caso Avastin-Lucentis, per il quale il ministro Lorenzin ha chiesto 1,2 miliardi di risarcimento…
Nota mia:
Abbiamo perso le tracce se le 2 aziende hanno rimborsato quanto richiesto
Scandalo Avastin, bufera sull’Aifa. I consumatori: Ssn e Regioni chiedano i danni alle case farmaceutiche
Piovella (Società di oftalmologia italiana) propone il commissariamento dell’Agenzia accusata di mancato controllo.
Il Codacons è intenzionato ad avviare un’azione risarcitoria.

⚖ 2019
Mancato controllo su farmaci prodotti in India e commercializzati da Farma Italiane contenenti contaminazioni cancerogene
Prendiamo spunto dalla messa in onda di un ottimo servizio televisivo del programma Report, andato in onda il 28 ottobre 2019 e avente come focus la contaminazione delle materie prime utilizzate per i farmaci commercializzati (anche) in Italia, per fare una riflessione sulla funzione e l’operato di Aifa, l’agenzia per il controllo del farmaco nel nostro Paese.
Andiamo a vedere come, dall’allarme Nitrosammine alle accuse della Corte dei Conti, dalle dichiarazioni pubbliche alla mancanza effettiva di dati, l’operato di questa Agenzia meriti probabilmente un po’ di chiarezza in più.
E’ il 13 settembre 2019 quando l’Ema, Agenzia europea dei medicinali, lancia un avviso sui medicinali contenenti il principio attivo “Ranitidina”. Secondo “dei test” (non meglio specificati in quanto ad origini e committenti) questi medicinali potrebbero essere contaminati da N-nitrosodimetilamina (Ndma), o nitrosammine, sostanze conosciute come probabili cancerogeni per l’uomo, (così è scritto, ma nel servizio andato in onda sulla Rai apprendiamo che sono potenti cancerogeni, che di nitrosammine ne sono state descritte almeno 300 diverse, 30 di queste sono certamente cancerogene e 4 di queste 30 sono state rinvenute nei farmaci…).
In questo primo comunicato si riporta (da sito Aifa) che “L’EMA sta esaminando i dati per valutare se i pazienti che utilizzano ranitidina siano esposti a qualche rischio a causa della NDMA, e fornirà informazioni in merito a questo non appena disponibili”.
Scaricando il pdf messo a disposizione da Ema leggiamo inoltre che “Nel 2018 la NDMA e altri composti simili, noti come nitrosammine, sono stati rilevati in un certo numero di medicinali utilizzati per l’ipertensione denominati “sartani”, che hanno portato al richiamo di alcuni medicinali dal mercato e ad una revisione a livello dell’Unione Europea, la quale ha stabilito nuovi e restrittivi requisiti per la produzione di tali farmaci. L’EMA sta al momento lavorando ad una guida per evitare la presenza di nitrosammine in altre classi di medicinali. L’EMA continuerà a cooperare con le autorità nazionali, l’EDQM e i partner internazionali per proteggere i pazienti e assicurare che siano prese misure efficaci per la presenza di tali impurezze nei medicinali.”
Poco dopo uscirà un altro comunicato destinato alle aziende in cui si identificherà uno specifico sito di produzione, in India, come “a rischio”, chiedendo ai produttori di verificare se le materie prime da loro utilizzate provengano o meno da questa fabbrica.
Quindi questo allarme deriva da dati a disposizione già nel 2018, ma la comunicazione risale appunto al settembre 2019. Nel frattempo centinaia di migliaia di persone hanno continuato ad assumere medicinali (principalmente antiacido e antipertensivi) ignare del pericolo cui potenzialmente erano esposte…
E’ poi il 20 settembre quando Aifa dispone il ritiro dalle farmacie di tutti i medicinali contenti Ranitidina, e non solo quella prodotta in quel particolare stabilimento di Saraca: “A scopo precauzionale, l’AIFA ha anche disposto il divieto di utilizzo di tutti i lotti commercializzati in Italia di medicinali contenenti ranitidina prodotta da altre officine farmaceutiche diverse da SARACA LABORATORIES LTD, in attesa che vengano analizzati”. Sempre a scopo precauzionale, come vedete…ma qui le contaminazioni sono ben note, come denunciato dagli autori di Report nel servizio.
Infine, il 26 settembre, Ema pubblica un comunicato in cui precisa che “Il Comitato per i Medicinali per Uso Umano dell’EMA (CHMP) sta richiedendo a titolo di precauzione che i titolari di autorizzazioni all’immissione in commercio (AIC) dei medicinali per uso umano a base di principi attivi prodotti per sintesi chimica revisionino i propri medicinali per la possibile presenza di nitrosammine e testino tutti i prodotti a rischio.”
Quindi, ad essere testati dovranno essere tutti i farmaci per uso umano di sintesi chimica e non solo quelli “sospettati” fino a pochi giorni prima.
Ciò che emerge dal servizio televisivo è che i principi attivi che vengono utilizzati dalle farmaceutiche a livello mondiale, provengono da laboratori alquanto carenti in condizioni igienico-sanitarie e apparentemente privi di requisiti atti a garantire l’assenza di contaminazioni e, dunque, la sicurezza del prodotto che poi viene venduto a prezzi stracciati alle industrie titolari delle autorizzazioni all’immissione in commercio del prodotto finito.
Ma tutto ciò, non fa sorgere a qualcuno il dubbio che qualcosa non funzioni come dovrebbe nei meccanismi di controllo???
Com’è possibile che, di punto in bianco, si scopra la presenza di cancerogeni all’interno di farmaci di uso quotidiano e NESSUNO degli Enti preposti se ne fosse accorto, prima che un “team di esperti indipendenti” tedesco (così apprendiamo da Report) ne pubblicasse le evidenze???
Nota di fondo, questo team di esperti ha utilizzato, per queste verifiche, le medesime strumentazioni utilizzate in alcune delle analisi commissionate dal Corvelva sulle fiale di vaccini (spettrometria di massa), strumenti qui definiti all’avanguardia…ma secondo Aifa le nostre analisi non hanno alcun valore…
Andiamo avanti, e vediamo cosa scaturisce di interessante sull’affidabilità di Aifa guardando questo servizio televisivo…
Il direttore generale di Aifa, Luca li Bassi, viene intervistato e le sue parole “condiscono” il servizio televisivo in diversi passaggi; da qui apprendiamo quindi che:
– Aifa effettua circa 250 ispezioni l’anno alle aziende farmaceutiche, incalzato dal giornalista che chiede “ma le aziende ispezionate sanno che voi state arrivando per ispezionarle?” e “su 10 ispezioni quante sono a sorpresa e quanto sono annunciate?” la risposta del direttore generale dell’Ente è che “onestamente la maggior parte sono annunciate”. Come si possa garantire l’effettiva efficacia di queste ispezioni partendo da tale presupposto ci appare un mistero.
– Sempre Li Bassi afferma che “Il prodotto finito viene testato dalle aziende”, “i test delle aziende vengono fatti secondo delle metodiche” e il giornalista ci mette al corrente del fatto che nel 2017, su 7.000 farmaci in commercio Aifa ha controllato appena 78 lotti…. Quali garanzie possono scaturire da questi esigui controlli indipendenti? Come si può pensare, su questioni così delicate che riguardano affari miliardari, di fidarsi dei test effettuati dalle aziende farmaceutiche, le stesse che dovrebbero essere oggetto di controllo???
Quali evidenze sul fronte vaccini?
Per quanto concerne la materia dei farmaci biologici, e più nello specifico dei vaccini – che in Italia sono stati resi obbligatori per la popolazione pediatrica da una legge del 2017, la 119 – osserviamo come la campagna mediatica ossessiva volta a dipingerli come “sicurissimi ed efficacissimi” vanti oramai centinaia se non migliaia di articoli su testate online e cartacee; tutti gli sforzi sembrano concentrati sul convincimento della popolazione italiana del fatto che questi farmaci siano i più sicuri in assoluto, efficaci, insostituibili mezzi di prevenzione da svariate malattie.
Peccato che i pochissimi programmi di farmacovigilanza attiva dipingano tutt’altro quadro,  tanto che – a voler essere in buona fede – ci si chiede come mai questi programmi non vengano regolarmente implementati e previsti per ogni vaccino raccomandato…costano troppo, forse, ma visto l’aumento subìto dal costo dei vaccini dopo la cd “legge Lorenzin”, i soldi non dovrebbero mancare, e se si demandano i controlli e la ricerca alle case farmaceutiche, perché mai non si dovrebbe chiedere un contributo “donato” alla farmacoviglanza (ma seria ed indipendente) condotta dallo Stato Italiano?
Suggerimenti buttati lì, è solo un’idea. L’ultimo report di farmacovigilanza attiva che abbiamo a disposizione è quello della regione Puglia sul vaccino MPRV(pubblicato nel 2018) ed ha riportato effetti avversi per 4 bambini su 100! 
Ma una domanda continua a rimanere priva di risposte concrete: i controlli “lotto per lotto” e i loro risultati, le “analisi indipendenti” effettuate, dove sono? ci sono? possiamo vederli? averne evidenza?
Perché, nel momento in cui si dichiara che le analisi commissionate e pagate di tasca propria da un’associazione di cittadini italiani “non forniscono dati utili per una valutazione scientifica” perché “I metodi di analisi utilizzati per verificare la qualità dei vaccini e la presenza di eventuali contaminanti devono essere certificati e conformi alle procedure e ai requisiti condivisi a livello europeo e internazionale sulla base delle conoscenze scientifiche disponibili” e ancora che “Le autorità preposte effettuano controlli durante tutto il ciclo produttivo del vaccino. Inoltre, prima della distribuzione sul mercato, ogni singolo lotto è sottoposto a un ulteriore doppio controllo effettuato, in modo indipendente, sia dall’azienda produttrice che da una rete internazionale di laboratori accreditati” sarebbe forse il caso di mettere anche a disposizione dei contribuenti (e destinatari di un obbligo) questi risultati, o quantomeno i dati che smentirebbero quanto esposto (e denunciato alla Procura della Repubblica con -ovviamente- dati originali e certificati dei laboratori) dall’associazione. In realtà ci si è limitati a queste repliche pubbliche ma non si è provveduto a mostrare alcuno stralcio di analisi in contestazione a quanto da noi denunciato, né quantomeno a menzionare numeri o date dei controlli effettuati, giusto per dare almeno un qualche “punto fermo” e concreto a queste repliche a parole.
Ci preme comunque sottolineare che gli ultimissimi report pubblicati da Corvelva contengono i risultati validati tramite standard di controllo e conferme interlaboratorio, dunque siamo di fronte a cittadini che di tasca propria proseguono gli approfondimenti dinanzi al silenzio delle Istituzioni che dovrebbero garantire la sicurezza di questi prodotti, tanto più, lo sottolineo nuovamente, quando questi prodotti pretendono di venir somministrati obbligatoriamente e in fascia pediatrica.
Alla luce di tutto quanto sopra, l’operato di Aifa ci lascia perplessi tanto quanto l’atteggiamento di chiusura e colpevolizzazione che le Istituzioni tengono dinanzi ad una parte di cittadinanza preoccupata che chiede solo risposte, che siano chiare e complete di dati verificabili.

Gsk, Menarini, Sandoz, Sanofi e non solo. Tutte le Case dei farmaci ritirati dal mercato
Aggiornata la lista dei lotti di farmaci per trattare problemi gastrici e contenenti il principio attivo ranitidina che sono stati ritirati dal mercato a causa della presenza di una impurità considerata potenzialmente cancerogena

⚖ 2010
In Principio vi fu uno Scandalo Inverso, addirittura un Falso Disastro con Colpa Cosciente che celava altro.
L’unico Direttore che fece le cose giuste nell’interesse totale delle Stato fu rimosso con una falsa roboante accusa, da cui  fu assolto dopo 2 anni perché il fatto non costituisce reato.
Ma intanto fu fatto fuori.
Nello Martini l’eroe accusato di non aver aggiornato 20  bugiardini di farmaci senza che questo avesse portato alcun danno ad alcuno. Questo il Disastro.
Ma la vera ragione fu:
Di non farsi comprare da Big Pharma.
Lui è il primo direttore dell’Aifa e inaugura un programma d’avanguardia indipendente per medici, infermieri e farmacisti: bollettini, guide e corsi di aggiornamento slegati dagli interessi delle aziende.
Nel 2005 chiede a queste di versare il 5 per cento di quello che spendono in convegni e attività di marketing per finanziare ricerche indipendenti in settori di business poco interessanti, come malattie rare e farmacovigilanza.
Un piano che dà fastidio e dopo cinque anni svanisce.
Spariscono anche i bollettini che venivano da un’AIFA indipendente e non dalle Pharma.
Poi sotto di lui la Commissione Unica per il Farmaco (CUF) ha cancellato dal Prontuario Farmaceutico Nazionale circa 2 miliardi di euro di fatturato dovuti a farmaci inattivi o con scarsa documentazione scientifica, circa 3.000.
A testimoniare la sua onestà, Martini pubblicò nel sito dell’Aifa OGNI articolo che in quel momento lo accusava.

⚖ 2013
Aifa e Lorenzin impiegano 9  anni a limitare l’uso di un farmaco ai bambini, la Paroxetina, provoca istinti suicidi  e atteggiamento ostile nei bambini
Lo scandalo della paroxetina era iniziato nel 2004 quando la Procura generale di New York aveva denunciato la multinazionale GlaxoSmithKline (GSK) per frode contro i consumatori per aver contraffatto i dati e diffuso informazioni false relative a uno studio commissionato nel 2001.
La ricercatrice che lo aveva redatto era una “ghostwriter”- uno specialista in scrittura che scrive in nome di altro – pagata dalla stessa casa farmaceutica.
Grazie a questo imbroglio la multinazionale GlaxoSmithKline (GSK) ha ottenuto milioni di euro di profitti facendo affari sulla salute dei minori.
Ciò che sconcerta è il silenzio di una parte significativa della neuropsichiatria infantile, anche italiana, sullo scandalo.
Questo potente antidepressivo è il 6° più usato in Italia.
La Paroxetina – si legge nella nota dell’Aifa – non deve essere usata per il trattamento di bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni di età per mancanza di significativi dati di efficacia a fronte di un aumentato rischio di comportamento suicidario e atteggiamento ostile”
L’AIFA che deve essere la vedetta che intercetta problemi non può impiegare 9 anni per accorgersi di un problema noto e facilmente intercettabile.

⚖ 2015
Aifa travolta dai conflitti di interesse
ANSA/ Sospeso presidente Aifa per conflitti di interessi
27.11.2015
Dopo anni di lavoro per far dimenticare la vecchia Cuf (la commissione del ministero che autorizzava i farmaci in Italia), travolta dagli scandali di Duilio Poggiolini e di tangentopoli, una macchia rischia di colpire l’immagine dell’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco.
Il suo presidente Sergio Pecorelli è stato sospeso dall’incarico per presunto conflitto di interessi per le attività svolte da Pecorelli in due Fondazioni e per la presenza nell’Advisory board in una società di venture capital, Principia SGR, che sul farmaco investirebbe. ….
Da alcuni mesi all’interno dell’Aifa si stava valutando l’opportunità di portare la questione all’interno di un comitato di verifica dopo la segnalazione della presenza di Pecorelli anche in Principia dove nell’advisory board, oltre a lui, compaiono in realtà altri nomi illustri di medici a capo di importanti strutture.
….
Agli atti del comitato dell’Aifa, guidato dal direttore Luca Pani, che ha deciso la sospensione di Pecorelli, c’è la ”dichiarazione pubblica di interessi” firmata da quest’ultimo lo scorso 6 ottobre.
In questo documento non veniva dichiarata nessuna partecipazione ad attività che potessero determinare il conflitto.
Ma all’Aifa risulterebbe anche il sostegno da parte di una azienda alla Healthy Foundation (di cui lo stesso Pecorelli è presidente) per una iniziativa a favore delle vaccinazioni.
… Per la commissione in questo caso esiste il massimo livello di conflitto d’interessi, quello di tipo livello 3, per il quale non è possibile svolgere nessuna attività all’interno dell’agenzia regolatoria.
Nota Mia:
Questo sig Pani capo della commissione d’inchiesta ha tolto di mezzo Pecorelli è di diventato lui direttore Aifa ma a sua volta lo trovi indagato qui sotto per eccesso di rimborsi, solo…700.000 eu.

⚖  2020
Conflitto d’interessi PD sul plasma. Speranza muto
La Lega: il ministro chiarisca il ruolo di Marcucci nel trial firmato Iss-Aifa. Nessuna risposta
L’affaire plasma si fa più interessante. Nei giorni scorsi il Giornale ha denunciato lo scandalo del plasma iperimmune industriale che sarà prodotto dalla Kedrion, azienda di famiglia del capogruppo PD al Senato Andrea Marcucci grazie a una sperimentazione partita da Aifa e Istituto superiore di Sanità con l’ok del governo.
Un conflitto d’interessi mostruoso per un business che si annuncia miliardario se arrivasse la conferma che il plasma guarisce dal Covid-19.
La sperimentazione è stata portata avanti per primo dal San Matteo di Pavia (su 48 pazienti) e dal dottor Giuseppe De Donno a Mantova.
Eppure lo pneumologo è stato fatto fuori dal trial, assegnato all’ospedale di Pisa (che di pazienti ne ha curati due), a cui hanno già aderito diverse Regioni.
Non il Lazio di Nicola Zingaretti, che si è chiamato fuori.
Ieri il deputato della Lega Andrea Dara ha presentato un’interrogazione al ministro della Salute Roberto Speranza.
«Quando ho letto la risposta – dice Dara al Giornale – ho dubitato della capacità di comprensione di chi ha ricevuto l’interrogazione».
Di Marcucci e della Kedrion non si parla. «Non una parola sugli evidenti conflitti di interessi. È costume del governo – sottolinea il leghista – agire nel buio ma non ci fermeremo».
Nella risposta ci sono diverse cose che non tornano. Si dà atto che «originariamente» come capofila era prevista solo Pisa, senza dire che il San Matteo di Pavia è stato aggiunto dopo.
Il ministero non spiega perché l’Iss, nella sua scelta, non ha tenuto conto della sperimentazione di Mantova e Pavia e dice che De Donno è nel comitato scientifico.
Peccato che nel comunicato pubblicato sul sito dell’Aifa il nome di De Donno non ci sia.
Inoltre si sostiene che lo studio Tsunami è «l’unico randomizzato in grado di valutare la sicurezza e l’efficacia della terapia».
Ma se questa sicurezza ed efficacia non sono ancora certe (tanto che l’Iss non ha tenuto minimamente il conto l’esperienza di Mantova) per quale ragione si è dato il via libera alla produzione di plasma industriale iperimmune alla Kedrion?
Per quale ragione le prime consegne sono previste ad ottobre?
Resta un dubbio. Nella sua audizione al Senato, l’ad Kedrion Paolo Marcucci ha detto che il plasma iperimmune industriale, se congelato, può durare fino a 4 anni.
Ma se il virus mutasse? Il plasma industriale congelato sarebbe utile? Lo abbiamo chiesto a De Donno:
«In realtà una risposta precisa non c’è. È ovvio però che se il virus muta, fra quattro anni il plasma sarà vecchio. Un po’ come il vaccino dell’influenza che deve cambiare ogni anno».

⚖ 2017
Assunzioni irregolari attraverso società interinali e farmaci dal costo di 30.000eu a fiala circa, richiesta di recupero somme spese dal Direttore
Senato della Repubblica
interrogazione Pubblicato il 12 ottobre 2017, nella seduta n. 897
Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-08235
BARANI – Ai Ministri della salute e dell’economia e delle finanze. –
Premesso che, secondo quanto risulta all’interrogante:
l’AIFA è l’autorità nazionale competente per l’attività regolatrice dei farmaci in Italia ed è un ente di diritto pubblico, che opera, in base ai principi di legalità, imparzialità e trasparenza, con criteri di efficienza, economicità ed efficacia, secondo l’indirizzo del Ministero della salute e sotto la vigilanza del Ministero della salute e del Ministero dell’economia e delle finanze;
l’AIFA è, dunque, sottoposta alla doppia vigilanza esercitata da due distinti Dicasteri;
secondo quanto risulta all’interrogante, da numerosi anni l’AIFA assume con contratto di somministrazione irregolare numerosi addetti che svolgono le medesime funzioni dei dipendenti assunti ai sensi del contratto collettivo nazionale di lavoro in vigore anche per il personale ministeriale; tali contratti di somministrazione sono stati stipulati sempre con le stesse società interinali e con gli stessi lavoratori i cui nominativi non risultano essere stati trasmessi né selezionati in alcun modo dalle società, tra cui figura l’Orienta SpA;
risulta dunque che dette società si limitino a farsi carico quasi esclusivamente dei nominativi indicati dall’AIFA, in palese violazione delle norme in tema di somministrazione applicabili alle amministrazioni pubbliche, ai sensi dell’articolo 36, comma 2, del testo unico sul pubblico impiego (decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165);
considerato che, in base agli elementi informativi acquisiti dall’interrogante:
  • Interrogazione parlamentare caso Sovaldi
A far data dal 2 giugno 2017, i due farmaci della Sovaldi – Harvoni un flacone 28 compresse rivestite 90+400 milligrammi, venduto al prezzo di 29.846,67 euro e Sovaldi un flacone 28 compresse rivestite 400 milligrammi, venduto al prezzo di 27.133,33 euro, sono distribuiti con onore interamente a carico del cittadino, ovvero in fascia C;
l’AIFA è stata investita da diversi scandali negli ultimi anni, specialmente per quanto attiene all’ex direttore generale dell’ente, dottor Pani, chiamato a risarcire la quota eccedente le spettanze previste per legge e dunque percepite in contrasto con le attuali previsioni normative che fissano il tetto per i compensi annuali per gli incarichi presso questi determinati enti in 240.000 euro;
a giudizio dell’interrogante la nomina del dottor Pani presso il comitato dell’EMA che autorizza, in ultima istanza, la commercializzazione dei farmaci in Europa sta mettendo in forse la possibilità di trasferire la sede dell’EMA a Milano,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti e come li valutino;
se non ritengano scandaloso prevedere un costo tanto elevato per un farmaco utile alla cura di una patologia che affligge 1,5 milioni di italiani, al quale possono quindi avere accesso solamente i più facoltosi e come pensino che possa effettivamente concretizzarsi la commercializzazione presso le farmacie e con quali modalità ritengano possa effettuarsi il pagamento delle cifre riportate;
se abbiano notizie relative al recupero, da parte dell’AIFA, delle ingenti somme di danaro dovute dall’ex direttore generale, dottor Luca Pani;
quali siano le opportune misure del caso al fine di evitare situazioni che cagionano grave danno alle aspettative di numerosi giovani che hanno diritto ad una selezione oggettiva e certa anche presso le società interinali;
se intendano attivare i poteri ispettivi e di vigilanza previsti dall’ordinamento presso l’AIFA per meglio verificare come avvengono le selezioni e le relative assunzioni di impiegati con contratto di somministrazione.

⚖ 2014
Lo scandalo Sovaldi
Altroconsumo
È il 2014 quando in Europa e in Italia scoppia il caso Sovaldi, il primo antivirale di nuova generazione contro l’epatite C, subito ribattezzato come “il farmaco da mille dollari a pillola”.
Un ciclo di cura al prezzo di decine di migliaia di euro a paziente ha costretto l’Italia a razionarne la somministrazione partendo dai casi più gravi.
Varie inchieste, tra cui una del Senato americano, hanno poi scoperto che il prezzo esoso spuntato dalla casa farmaceutica Gilead era stato deciso a tavolino spingendo l’asticella fino al massimo che il mercato avrebbe potuto reggere, senza troppe reazioni negative.

Abuso di posizione dominante  Aspen Pharma, per il solo fatto di essere l’unico produttore di quattro farmaci antitumorali irrinunciabili e senza alternative, è riuscito a spingere Aifa a rinegoziarne il prezzo.
Il giochetto ha funzionato, perché in nuovi prezzi concordati erano fino al 1.500% più alti rispetto ai precedenti.
A seguito della nostra denuncia – Altroconsumo-, l’Antitrust ha sanzionato Aspen Pharma per abuso di posizione dominante, condannandola a pagare una multa di 5,2 milioni di euro.

⚖ 2015
Aifa travolta dai conflitti di interesse e quel rimborso da 700.000eu avuti, oltre il consentito, dal Direttore Pani
03 dicembre 2015
Prima è arrivata la sospensione del presidente Pecorelli per livello massimo di conflitto di interesse, insostenibile.
Poi le accuse pesantissime al direttore generale Luca Pani.
Cosa succede all’Agenzia che dovrebbe guadagnarsi la fiducia di cittadini e istituzioni e chiamata a giudicare sulla sicurezza dei farmaci che assumiamo?
A Pani sono stati richiesti 700mila euro da parte del Collegio dei revisori dell’Agenzia che il Dg avrebbe riscosso sforando il tetto dei compensi per i dirigenti della Pubblica Amministrazione.
QUALCHE IDEA per arginare…
● In USA i reati verso la Pubblica Amministrazione da parte dei dipendenti pubblici vengono sanzionati col doppio della pena, e la pena viene scontata senza sconti e bonus.
In Italia spesso li…trasferiamo.
Non è populismo, ma chi è in posizione dominante per fare reati ha dei vantaggi rispetto al comune ladro, e poi vi è il rispetto sacro da avere per il denaro pubblico.
● Occorrerebbero procure dedicate a trovare queste situazioni,
altro che per vigilare le trombatine di Berlusconi.
In USA FBI mette mano a queste inchieste, ed anche insegue il reato sino anche ad esempio a trovarlo nella stremata Grecia.
Ma di questo parlo una altra volta.
 🎼 MUSICA
● Siamo figli inermi di una Anarchia che ci imprigiona,
e ci fa stare nel Silenzio…
ed allora
🎙️ SONS of ANARCHY
The Sound of Silence

graffiante, amara, potente, emozionante, intimistica…

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Piero ROSSI
Aretino Turista ad Arezzo,
itAlien Immigrato in Italia
info@pierorossi.it
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Il giornalismo è scrivere ciò che qualcun altro non vuole che sia scritto.
Tutto il resto sono pubbliche relazioni.
George Orwell