Ha soltanto 3 mesi la più piccola ospite della comunità di Sant’Agata in Arfoli.
Con i suoi fratellini, il papà e la mamma è stata accolta nella comunità parrocchiale reggellese guidata da don Roberto Brandi nel progetto di accoglienza della Fondazione Giovanni Paolo II su richiesta della Prefettura di Firenze.
La famiglia, composta da 6 persone, proviene da Gaza grazie a un passaporto sanitario ottenuto proprio per le condizioni critiche della bimba più piccola, nata prematura dopo neanche 7 mesi di gestazione.
In una terra dilaniata dalla guerra, dove non c’è più neanche l’assistenza sanitaria minima, la sua sopravvivenza era appesa a un filo.
Grazie al corridoio sanitario aperto dalla cooperazione internazionale per i casi più gravi, la piccola con i genitori e i fratellini di 5, 4 e 2 anni è riuscita a imbarcarsi con l’equipe medica su un volo aereo e ad arrivare in Italia. Presa in cura dal Meyer, è salva.
Lei e la sua famiglia hanno ora però bisogno di una casa dove poter ricominciare a costruire il proprio futuro.
L’hanno trovata nella canonica della chiesa di Sant’Agata in Arfoli.
Da due mesi ormai la piccola, ma grandissima comunità della frazione di Reggello, si è aperta all’accoglienza con una passione e una dedizione davvero commoventi.
Guidati da don Roberto, i parrocchiani si stanno adoperando in ogni per accogliere ben tre famiglie, sotto il coordinamento della Fondazione Giovanni Paolo II.
Un’accoglienza fatta di sorrisi e integrazione, ma anche di sforzi per insegnare loro i fondamenti della lingua, per offrire un frigorifero pieno, per curarli negli aspetti materiali, sociali, comunitari e garantire ai più piccoli il diritto a studiare, a giocare, a crescere.
Li stanno facendo sentire parte integrante della loro famiglia.
Alaa e Wesam vivono qui da inizio ottobre insieme ai loro 4 figli, di cui tre minorenni. La seconda, Nour, ha bisogno di cure continue che a Gaza non poteva più ricevere.
I ragazzi stanno già frequentando le scuole medie e superiori del territorio; la figlia grande si sta iscrivendo all’Università. Papà e mamma stanno imparando l’italiano per poter trovare lavoro.
Da metà novembre sono arrivati anche mamma Islam e il piccolo Qasem di 5 anni; il piccolo è in Italia per cure vitali.
Ora l’incredibile famiglia allargata della comunità di Sant’Agata allarga nuovamente le braccia e si fa ancora più grande per accogliere chi ha bisogno.
L’arrivo dei genitori e dei 4 bambini è stato festeggiato come un grande dono. Sono stati accolti da Christine e Alena, operatrici della Fondazione Giovanni Paolo II insieme al sindaco di Reggello Piero Giunti e dall’assessore comunale all’integrazione Adele Bartolini che hanno portato loro il benvenuto da parte della città.
L’ospitalità e gestione delle tre famiglie rientra in un progetto più ampio della Fondazione Giovanni Paolo II:
impegnata in vari luoghi (tra cui la Terra Santa) con progetti di cooperazione internazionale, in Italia si occupa di accoglienza di profughi e richiedenti asilo e sta lavorando per poter offrire un rifugio e un futuro per altre famiglie provenienti da Gaza.
Proprio a questo scopo il CdA presieduto da Damiano Bettoni ha destinato quanto ricevuto attraverso il 5xmille.
“Accogliere questa famiglia significa affermare, ancora una volta, i valori più profondi della nostra comunità – dice il sindaco di Reggello Piero Giunti -.
La parrocchia di Sant’Agata, con don Roberto e i volontari, sta dando un esempio straordinario di solidarietà concreta, fatta di attenzione quotidiana e di vicinanza autentica.
Grazie alla Fondazione Giovanni Paolo II e alla Prefettura per il lavoro prezioso che rende possibile questo percorso”.
Le famiglie arrivate a Sant’Agata in precedenza, conferma Giunti, si trovano bene:
“I ragazzi frequentano le scuole del territorio, stanno imparando l’italiano e si stanno integrando con grande impegno.
Ringrazio anche gli insegnanti che li hanno accolto con sensibilità e dedizione”.
Un grazie anche all’assessora alle politiche integrative Adele Bartolini, “che segue passo passo, insieme a me, ogni aspetto di questo progetto”.
Alla nuova famiglia “dico semplicemente: benvenuti. Reggello vi apre le braccia e sarà al vostro fianco nel ricostruire serenità e futuro”.








